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Contro il dilagare dei disturbi dell’alimentazione

In Italia, per combattere il dilagare dei disturbi dell’alimentazione, si è mobilitato anche il Governo, che ha attivato il sito Internet Tupuoi[1] con lo scopo di offrire un’alternativa ai giovani e mettere in rete messaggi positivi, informazioni, prospettive diverse, aiuto ai malati e alle famiglie.

Nel luglio 2012, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha lanciato la campagna “Se ami qualcuno dagli peso” con lo scopo di permettere ai genitori, agli insegnanti, agli amici di chi soffre di disturbi alimentari, di riflettere ed individuare tempestivamente i primi sintomi di un male subdolo, che cela sempre una richiesta di aiuto. “Un appello che ha viaggiato attraverso giornali, spot televisivi e radiofonici, pubblicità sui muri delle città, autobus e metro per diffondere la cultura dell’attenzione e della prevenzione tra i giovani e nei mondi a loro vicini: dalla famiglia alla scuola”.[2]

 Numerosissime sono poi le iniziative e campagne pubblicitarie che le riviste di moda dedicano all’argomento, in particolare da quando il fashion system è stato accusato di essere responsabile dello scollamento tra i canoni estetici reali e quelli delle modelle e fotomodelle.

Per diffondere una diversa percezione di bellezza, più vera, reale e vicina al vissuto privato di una donna, nel 2005 il marchio Dove ha lanciato la campagna “Dove per la Bellezza Autentica”, un progetto a livello mondiale “per dire a tutte le donne una cosa molto semplice: la bellezza ha mille volti e mille modi di esprimersi. Non ha solo i volti degli stereotipi e dei modelli che ogni giorno ci circondano e ci vengono imposti da più parti e soprattutto dai media”.[3]

 La stessa azienda si è fatta promotrice del “Fondo Dove per l’Autostima”, un fondo globale che promuove programmi di prevenzione dei disturbi di origine alimentare, quali anoressia e bulimia, destinati agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori. Un primo passo contro i fittizi modelli di bellezza che, sempre più spesso, le ragazze inseguono pagando prezzi incredibilmente alti.

Molte case di moda internazionali, inoltre, hanno proposto di mettere al bando la taglia 38 per le modelle, mentre molte testate di riviste di moda hanno espresso l’intenzione di rinunciare a pubblicare immagini ritoccate. È molto probabile che rimangano solo proposte, ma si tratta comunque di piccoli passi in avanti in un mondo dove vigono regole molto ferree sullo standard fisico. Resta il fatto che anoressia e bulimia sono malattie devastanti e vanno combattute con qualsiasi mezzo.